Gli Angioini
Ultima modifica 29 marzo 2022
Mentre ai Normanni va il merito di essere stati i primi ad iniziare a popolare Bellumvedere, con gli Angioini il territorio ha avuto una rilevanza strategica, divenendo “terra fortificata” fino alla metà del quattrocento. Da Giovanni di Monforte, che lo ebbe come premio da Carlo d’Angiò nel 1269, il castello passò a Simone di Monforte e poi a Ruggero di Sangineto, fedele a Carlo d’Angiò che lo restaurò nel 1287, passando poi al figlio Filippo di Sangineto, conte di Altomonte, che lo tenne dal 1309 al 1333.
Eroica è stata la difesa del castello nel 1289 da parte dello stesso Ruggero contro gli attacchi di Giacomo d’Aragona. Il primo assalto fu tentato nella contrada detta oggi “Moscarello” e “Porta di Mare”, ove vennero precipitati dall’alto delle mura circa duecento assalitori aragonesi e vennero piantati due pali a cui Re Giacomo d’Aragona fece legare, una volta fatti prigionieri, i due figli di Ruggero.
Durante l’assedio Giacomo d’Aragona, pur di far cessare la resistenza degli assediati, fece ricorso all’espediente di legare i due figli del Sangineto, prigionieri, a delle macchine guerresche d’avanguardia; Ruggero di Sangineto non concesse pero’ tregua e, posponendo la vita dei figli all’onore della Patria, ordinò che si continuasse a combattere.
Nella lotta uno dei due giovani mori. Re Giacomo, sorpreso ed ammirato di tanta forza d’animo e di tanta virtù del Sangineto, rinunziò all’impresa, tolse l’assedio, restituì a Ruggero il corpo dei giovanetto e libero’ l’altro figlio sopravvissuto. Sulla torre maestra, sul centro della facciata rivolta a ponente, è ancora visibile lo stemma dei d’Angiò.